Una donna presidente del Consiglio. Un passaggio epocale. Perché non importa in questa mia riflessione il partito politico che rappresenta, ma il fatto che sia una donna. Una madre. Una moglie. Come direbbe lei, riprendendo un proclama che è diventato anche un ritornello rap. Una che ha lavorato per portare avanti le sue idee in un mondo, quello politico italiano, di certo non femminista. Senza far leva sull’apparenza ma sempre puntando al concreto. Senza rinnegare la sua femminilità ma anche senza usarla come bandiera. È una donna, ma in fondo è un dettaglio. Perché ciò che conta, che deve contare, sono le competenze, non il sesso. E ieri, oggi, sono giorni di svolta, spero, per tutte le donne che sono pagate meno degli uomini, che faticano ad affermarsi, che non vengono sostenute nella maternità, che devono rinunciare alla loro femminilità per salire in alto. Ieri, elegantissima nel suo completo blu e tacco 12, è salita al Quirinale e ha portato con sè tutte noi. Daje Giorgia, avanti tutta!