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Rosa 

Violenza sulle donne. Se ne parlava due sere fa in una Gasthöf davanti a costolette di maiale e birra come se non ci fosse un domani. Perché quando sei rilassato affronti meglio anche discorsi davvero spinosi. E retorici, molto retorici. Noi donne sismo state nel passato una classe di serie B. I greci non permettevano che le donne uscissero di casa sole, sempre accompagnate da una ancella e per brevi tratti. Quelle di alto rango si trovavano nei Ginecei, e il teatro greco metteva in scena tutta la paura che l’uomo aveva della donna, così magicamente capace di procreare. I romani lo stesso, le donne emancipate erano prostitute o attrici, equiparate alle prime, insomma quello che non vorremmo sentirci dire di essere. Gesù Cristo incontra nel Vangelo solo donne che sono già state sposate, prostitute, donne fuori dai canoni, perché alle altre non era permesso aggirarsi da sole. È così via. Additate come streghe e bruciate sul rogo, colpevoli solo di voler affermare il proprio io, costrette ai lavori più umili, sottopagate, violentate nel silenzio delle mura domestiche. Pensate un po’ alle donne che la storia ricorda, tutte fuori dai canoni: Teodora, ex attrice di dubbia fama, Giovanna D’Arco, che oggi sarebbe sempre in analisi psichiatrica, Ermengarda, poverina cornuta e abbandonata da quel figo di Carlo Magno, Maria Antonietta, che per colpa delle brioche ha perso la testa, fosse vissuta oggi avrebbe seguito la macrobiotica e buon per lei, Charlotte Corday che uccide Marat in una vasca da bagno e viene ritratta sempre molto stettata, prima che anche a lei taglino la testa. Ah voi mi direte, ma Anita Garibaldi? Ecco quelle sono le donne uomo, quelle con le palle, come Teresa d’Austria, la Regina Vittoria, basta guardare i ritratti per capire che di femminile avevano solo il nome. E poi vabè c’è lei, la principessa Sissi, che non aveva le palle delle suddette ma era imperatrice e si faceva quel gran gnoccolone del conte di Andrassy. Quelle sono quelle che hanno ispirato le femministe e tutti i movimenti che ci hanno portato ad oggi. In cui la donna sulla carta è come gli uomini. Anzi meglio. Non ci sono le quote azzurre in parlamento (al massimo le pastigliette blu data l’età media), ma quelle rosa. Una tutela. Esterna. Politica. Di comodo. Perché agli uomini non ie piace sta storia. Che la donna col grembiule che ramazza e aspetta paziente ie piaceva di più. E allora sbroccano. Quelli violenti con le mani, quelli codardi con il terrore psicologico. E qui le quote rosa non ci sono. Qui nessuno ascolta. Qui nessuno educa a sufficienza i nostri bimbi al rispetto per l’altro. Noi lo dobbiamo fare in casa. Ma lo stato lo deve imporre. Perché non é più scontato. E su questo non si può transigere. Sempre. Comunque. Rosa azzurro o del colore che vi piace.

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