Non credo alle favole. Non le ho mai particolarmente amate, neanche da bambina. Tranne Cenerentola. Quella sì. Con le due sorellastre stronze e la matrigna che di sicuro si faceva di botulino. Con bidibibodibibu che mi ha sempre messo allegria. E ogni volta che arriva Halloween spero che la zucca si trasformi in carrozza, o meglio nella Lotus che il mio vicino ogni tanto posteggia sotto casa. Cenerentola e il suo tacco. Altroché Sex and The City, quella su un tacco ha costruito una fortuna, è la dimostrazione che un tacco 12 risolve sempre e a volte ti cambia la vita. Ecco perché ci proviamo sempre anche noi sui nostri trampoli. Che poi se Ceverentola fosse vissuta a Mortara sai quante scarpette avrebbe perso. Nel porfido, in mezzo ai sanpietrini, io li lascio un giorno sì e uno anche. Spesso ovviamente la perdo la scarpa ma visto che la mattina presto più che studenti non incontro, mi becco solo le risate di sfottò. Che i principi qui o non ci sono o si nascondono davvero bene. Come quello della favola che gira tutto il regno con una scarpa in mano, e la prova a tutti. Una scarpetta di cristallo poi. Sarà stato un soprammobile Svarovsky, di un numero strano visto che non va a nessuno. Io porto il 37, standard, quindi di sicuro qualcuno mi fregherebbe principe e scarpa. Che morto un principe se ne fa un altro. Ma il mio tacco12 no. Aspiranti principesse sono avvisate….
Tacco 12 o no, l’importante è quello che c’è ai piani superiori. Immagina se le sorellastre avevano lo stesso piedino di Cenerentola! E, per tornare ad oggi, tutte hanno un tacco dodici, come minimo.