Siamo tutti arrabbiati, costernati, impauriti. Tutti esperti di politica internazionale e di strategia del terrore. Tutti un po’ razzisti. Si sì tutti, perché è la comune reazione umana quella di fare di tutta un’erba un fascio. Ma quello che spaventa di più il giorno dopo i fatti di Berlino sono i metal detector per entrare nei mercatini di Nizza. Questa limitazione della nostra libertà individuale e sociale. Perché quando giri per un mercato, un suk, un carruggio, tra tanta gente, la massima violenza che ti aspetti è che ti portino via il portafoglio. Il sano borseggio. Che puoi gestire. Controllare. Combattere. Con un po’ di attenzione e stringendo la borsa. Fatto già sgradevole, ma tutto sommato accettabile. Mentre gli ultimi attentati annullano ogni difesa. A che servono i metal detector? Che un camion si fa un baffo di quelle porticine. Ecco. Mi spaventa questo. Il tentativo di terrorizzare il nostro quotidiano. E di gettare via secoli di lotte per la libertà personale, di pensiero, di azione. Di renderci quasi insensibili. Guardi la TV e pensi, di nuovo, no, accidenti, ma senti che l’indignazione non è così forte come le prime volte, che non ti stupisci più, che è già successo e succederà ancora. Ecco no. Paura sì ma abitudine no. Perché questo è ciò che vogliono. Indifferenza, diffidenza, divisione, tensione, conditi da una bella aria pesante anche nei giorni di festa. Questo è il vero terrore. Questo spaventa. Questo rischia di distruggere il mondo in cui siamo cresciuti. Molto più di mille bombe. Continuiamo ad arrabbiarci. A spaventarci. A sentirci tutti famigliari delle vittime. Ad organizzare feste eventi raduni. A non spaventare i nostri figli con frasi del tipo “non ti mando un gita a Roma perché magari fanno gli attentati”. No! Non mandarlo perché non hai i soldi, non lo merita, e mille altre ragioni. Ma non create la cultura del terrore, come invece sento fare. Dell’uomo nero. Perché altrimenti, davvero, avranno vinto loro.
Verissimo ma la psicosi dell’attentato purtroppo è presente tutti i giorni leggendo i giornali guardando la tv.Non è vita
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