Estate. Domani. Di nuovo. L’estate sono i capelli bagnati e la pelle che sa di doposole, i piedi nella sabbia che sembrano rinascere dopo un anno nelle scarpe, la sabbia calda, e poi umida, e poi ancora calda. L’estate sono i pomodori e il loro sugo buono buono in cui pucciare il pane più mollicoso che c’è, l’insalata di riso, la focaccia, il gelato al cioccolato nero fondente, le ciliegie e il bagnun di acciughe del bistró sulla baia. L’estate sono le zanzare, il profumo di terra e acqua della mia Lomellina, la magia delle piantine di riso che sbucano dall’acqua, il vento caldo sulla faccia mentre vai in bicicletta e lasci che la vita ti scorra dentro veloce. L’estate sono le canzoni, quante canzoni, i festivalbar di una volta, i concerti di oggi, il ghiacciolo e i bikini, le infradito e il mollettone. L’estate sono le serate in cui segui il sole finché non scompare all’orizzonte e la mattina dopo sei ancora lì, stessa spiaggia, stesse onde, ad aspettare che arrivi l’alba, i cornetti freschi e il profumo del pane nel carugio, il peschereccio che rientra, e quell’odore di mare salsedine pesce nafta sudore che ti si appiccica addosso mentre corri sul molo. L’estate sono le serate di agosto a contare le stelle nel cielo dell’Appennino, le confidenze al buio, le grigliate e la birra, i temporali e quanto è bello camminare bagnati sotto l’acqua perché a ripararci sono due occhi che non ci stancheremo mai di guardare. L’estate. Eccola qui. Sarà questo e molto di più. Dentro e fuori di noi. Che l’estate sembra immobile eppure sfugge in un attimo, non troppo velocemente per non tatuare nel cuore di ognuno di noi un ricordo che la renderà unica.