Quando avevo 16 anni mi sono ammalata di anoressia. Anche se dire mi sono ammalata non è corretto. L’anoressia non é il morbillo o la varicella, non è che un giorno stai bene e il giorno dopo hai la febbre alta. No. È qualche cosa che si fa largo pian piano dentro la tua mente, che ha radici lontane e che quando realizzi il problema sei già fregata. E come l’herpes, una volta che l’hai contratto, ti resta dentro per tutta la vita e se ti indebolisci un attimo torna a bussare alla porta. Avevo 16 anni ed ero una ragazzina bravissima a scuola, sportiva, carina, con tanti amici. E quella del 1990 era stata l’estate più bella di sempre. Il primo vero amore e successo coi ragazzi, che a quell’età è ciò cui tutto un po’ ruota intorno. E poi è arrivato l’autunno e qualche cosa si è inceppato. Ed è stato l’inverno più brutto della mia vita, inverno fuori inverno dentro. I miei genitori che le provavano tutte ma il mio cervello si era bacato e il mio corpicino scompariva lentamente. Sempre più giù. Sola. Che a 16/17 anni se stai male gli amici magari ti cercano una volta, poi sei menosa e bum scomparsi. Tutti tranne una. Che infatti sarà per sempre quella che stimo di più. E che me ne ha dato dimostrazione anche in due chiacchiere davanti a un caffè qualche settimana fa. Una battaglia in cui c’era solo sconfitta, la mia, su tutti i fronti. Finché tocchi il fondo. O la Cristina piena di vita, energia, forza che c’era fino all’estate prima semplicemente dice basta. E con l’aiuto della famiglia, dei medici, di me stessa, sì di me stessa, pian piano inizi la risalita. Che è come scalare l’Annapurna senza ossigeno. Cadi ti rialzi cadi. Sopravvivi agli sguardi della gente, che in un piccolo paese sono sempre troppo insistenti, a chi mette in dubbio il tuo impegno, lotti con te stessa, e ci provi. Ma questo ciclone ti ha cambiato. Più chiusa, meno solare, e fragile, fragilissima. Con sensi di colpa verso i tuoi e la paura di non farcela. Incontri lui, il grande unico totale amore della tua vita. Non sai che sarà lui, ma ti appoggi totalmente a questo che diventa amico fratello amore sostegno. E lui sempre accanto a te, negli anni universitari durissimi, perché a volte le forze non bastano e il corpo migliora poi peggiora poi migliora. Su e giù, meglio ma non bene. E poi arriva la laurea. 23 anni. Perfetta come volevi tu. E non sai come inizi ad essere più sicura, ci metti più convinzione, mangi e ti alleni, che sti muscoli piccoli che siano me li sono fatti centimetro per centimetro, e lei, la stronza, se ne va. Davvero. E rifiorisci. Ma ancora devi dimostrare qualche cosa. Che puoi avere figli anche tu, anche se non hai avuto il ciclo per un po’ e da qualche parte hai letto che potrebbe essere più difficile. E lui che ti ama alla follia asseconda il tuo desiderio, subito subito. E mica può essere facile. I fantasmi tornano con l’aborto. Sto corpo di merda non ce la fa, ho rovinato tutto. Ma è un attimo, ora sei più forte. E arrivano loro, uno e subito dopo l’altro. Loro che, nascendo, mi hanno fatto nascere di nuovo. E gli anni passano e pian piano senti che non devi più dimostrare nulla, che ce l’hai fatta, che hai tutto quello che sognavi e che avevi paura di aver rovinato. E diventi sempre più sicura. Di te stessa. Del tuo corpo. Delle tue idee. Di ciò che sei. E ti piaci. Sì a quarant’anni impari a piacerti. E lui sempre con te, che è cresciuto con te e sa cosa vuol dire tutto questo. In fondo la quarantenne che vedi ora è uguale alla sedicenne prima dell’inferno, che ballava sui tavoli, che rideva sempre, che faceva il pagliaccio davanti all’obiettivo fotografico. Eccomi finalmente sono io. E a chi si chiede perché sia cambiata così, non sono cambiata. Ho solo lasciato uscire la vita e l’energia che mi scorre da sempre nelle vene e ho sepolto tutti i fantasmi. E sorrido, oh se sorrido, sempre. Che a ripensarci mi sento invincibile. E questo è fantastico.
Sei tu Cristina,grandissima dentro e fuori,con la tua splendida voglia di vivere insieme ai tuoi affetti piu cari . combattendo spesso le cattiverie di molti invidiosi e sporchi dentro.
Ma tu sei Cristina e combatti risultando sempre vincente