Sono una donna complicata. Che poi dire donna complicata è una tautologia, una ripetizione. Perché di donne semplici io non ne ho ancora incontrate. Ecco io sono particolarmente complicata. Irrazionale e razionale al tempo stesso. Trasgressiva e rigida. Libera da preconcetti ma attenta, terribilmente attenta, ai giudizi altrui. Capace di buttare tutto all’aria per una virgola e di pentirsene dopo dieci secondi. Mai soddisfatta, sempre alla ricerca di qualche cosa di più, volli volli fortissimamente volli. Con il fanculo in canna e il sorriso sulle labbra. Un casino. Con la rabbia di non riuscire a trovare tempo per me, per i miei sogni, per mettere a frutto i miei talenti e l’incapacità di dire no agli altri, sempre disponibile, sempre pronta, sempre sempre. Riccia ma vorrei essere liscia, poi mi liscio e sento che manca la mia personalità. Deve essere dura vivere con me. Per me lo è, io che sono la campionessa di seghe mentali e dico agli altri di non farsene, che la vita è una sola e va vissuta senza pensarci due volte. Donna complicata. Folle, ecco sì, un po’ folle perché in tutta sta babele di pensieri, azioni, dubbi, l’unica soluzione è spesso chiudere gli occhi e agire. Sopra le righe. Oltre gli schemi. Come mi sento dentro, nel profondo. Vivere sul bordo vertiginoso delle cose, guardare lo strapiombo e fargli una pernacchia, dimenticare l’armatura di convenzioni e buone maniere ed essere. Donna complicata e folle. Ma vera. E tutto sommato ad essere veri non si sbaglia mai. Al massimo si fanno casini. Ma quello è un altro discorso.