Mission to Mars. Non so dove lo abbiano girato, ma la parte meridionale del Joshua Tree Park è davvero simile alle immagini di un pianeta lontano. Con l’unica differenza che, accanto alle rocce aride e scarne, rossicce e grigie, c’è una vegetazione che lascia sbalorditi. Cactus dai cespugli gialli e neri, i Cholla, che colorano le pendici di queste rocce e sono belli e inquietanti allo stesso tempo. Più avanti, improvvisa, un’oasi. Sí un’oasi con palme, uccelli, tanti uccelli colorati, big horn che qui vengono a dormire, roadrunners che anche questa volta non ho visto, i bee bip dei cartoni animati che ogni volta che attraverso il deserto americano spero di scorgere da qualche parte. Natura incredibile quella di questa zona della California. Scendi verso Palm Springs, oasi artificiale, Golf club, negozi, ristoranti, mall, e poi, in mezz’ora, sei di nuovo nel deserto. Imbocchiamo allora la Palm to Pine Highway. Un’ora di geografia inaspettata. L’automobile sale e in venti minuti si passa dalle palme, al deserto, alla prateria, alla vegetazione sempre più fitta, fino ai pini. Che ti guardi intorno e ti sembra di essere in Austria. Davvero. Perfino le case sono baite alpine. Poi inizia la discesa e a ritroso, abbandoni il verde, tutto diventa arido, deserto. Incredibile. A bocca aperta. La natura mi ha sorpreso, anche oggi. Senza fine.