La festa della mamma quest’anno è una festa orfana di tante donne che il virus si è portato via. Mamme, nonne, bisnonne, che oggi avrebbero aspettato la visita dei loro figli, un fiore o un pacchetto di cioccolatini, e soprattutto il loro abbraccio. Invece se ne sono andate in silenzio, da sole, senza il conforto di stringere la mano a chi avevano messo al mondo. Le nonnine delle case di riposo, ma anche tutte le altre molto anziane, le cui morti vengono da molti accettate perché vecchie, perché malate, perché era la loro ora. E invece no. Una mamma non è mai vecchia. Una mamma ti stringe forte anche a cento anni e tu ti senti il suo bambino, anche se sei già diventato nonno. Una mamma è il nostro faro, sempre, e la sua saggezza ci aiuta nelle decisioni difficili. Ci sono mamme che hanno la terza media, ma, con il loro buonsenso, possono darti la soluzione per un accordo societario. È così. Le mamme amano a prescindere, senza senso, in ogni caso, anche se sei un delinquente e non le vai mai a trovare. Ecco perché oggi io penso ai tanti orfani a cui mancherà l’abbraccio della mamma. La loro mamma. Che si, aveva il diabete, la pressione alta, camminava a fatica, ma se non fosse arrivato questo virus odioso, oggi sarebbe lí, sulla sedia, con il suo sorriso sincero, ad ascoltare i loro racconti, ad accarezzargli il viso, a dire “come sei bravo, amore di mamma”. Ciao mamme, ovunque voi siate. Ciao.