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Basta

Io non lo reggo più tutto questo dolore. Mi spacca dentro. Ogni mattina, appena apro gli occhi, per un attimo non ricordo cosa stiamo vivendo. Pochi secondi e poi capisco che siamo ancora fermi in questa pandemia che continua a rubare vite, minuti, attimi. Mi alzo a fatica e, come un mantra, mi ripeto che abbiamo sempre un motivo per sorridere, e vado avanti. Alcuni giorni riescono anche ad essere lieti, perchè il virus sembra lontano: succede quando lo chiudo fuori dalla porta, o mi dedico alla scrittura, o ancora ribalto armadi e scarpiere per mettere in ordine almeno quelli, visto che la vita ora non mi riesce. Poi arrivano invece i giorni in cui questa merda colpisce qualcuno che conosci con violenza e allora te lo senti addosso, che vorresti strapparti i vestiti e urlare basta, non ti vogliamo più, adesso basta. Sento un male fisico a certe notizie, quel male intenso al petto, che poi sale in gola e che se ne va piano piano, lasciando l’ennesima cicatrice dentro. Mi viene in mente quando a scuola leggevo Ungaretti, “la morte si sconta vivendo” e mi sembrava eccessivo. Provavo a comprendere il dolore della trincea ma era sempre simile a un film, uno di quel film in cui ti viene il magone ma poi sai che mangerai i pop corn e che in fondo starai meglio perchè il dolore era solo una finzione. Ora lo capisco invece. Capisco quella sensazione di inutilità e di impotenza, quella paura sottile che scorre nelle vene, quella certezza che nulla sarà più lo stesso dopo. Dopo. Ecco io però questo dopo lo voglio adesso. Adesso sì. Basta pagare in vite umane. Vogliamo tornare a respirare tutti. Senza paura.

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