Era settembre. Un settembre caldo, come quest’anno. E tutto sarebbe cambiato, anche se ancora non lo sapevo. Ero giovane, allegra, abbronzata. Volevo fare l’archeologa, viaggiare e ballare. Ero brava a scuola, troppo forse, avevo già visitato mezzo mondo, ma ero fragile. Sono fragile. Avevo tutto, ma non mi piacevo. Mi sentivo diversa dalle altre. Meno intraprendente, meno sicura, incapace di farmi avanti coi ragazzi, di sicuro non la leader che invece avrei voluto essere. Fisicamente non mi andavo bene, per niente. Ero bassa, riccia e muscolosa. Ai tempi andavano di moda alte, capelli lunghi e dritti, filiformi. Guardavo le sfilate e, come ora, vedevo modelle magrissime, con quelle cosce che non si toccavano mai. Le mie, toniche per anni di sci, pallavolo, danza, che non riuscivi a dargli un pizzicotto neanche a schiacciare, però si toccavano. E io le schifavo. L’adolescenza ha fatto il resto. Ho deciso che sarei diventata magra come le modelle e allora mi avrebbero notato. Se c’è una cosa che non mi è mai mancata, è la determinazione. Anche nel farmi del male. Soprattutto nel farmi del male. E ho chiuso la bocca. Oggi li chiamano disturbi del comportamento alimentare. Trent’anni fa ero una mosca bianca. Depressione. Inappetenza. Capricci di una sedicenne. Sta di fatto che pian piano sono scomparsa. E le foto di allora mostrano occhi di una tristezza infinita. Perché ero magra, ma in prigione, la prigione della mia testa. Perché ero ossessionata dal peso. Perché pensavo solo a quello e a studiare. Studiare, studiare, studiare. Sono rimasta sola. Mi sentivo gli sguardi di tutti addosso e li odiavo, io, che li avevo desiderati. Finché ho capito e ho chiesto aiuto. I miei non aspettavano altro e ho iniziato la risalita. Difficilissima, ma ero determinata. Ne sono uscita. Ci sono voluti anni e tante ricadute. Ho superato l’anoressia e sono rinata. Ma mi é rimasta la fame. La fame di attenzioni. La fame di amore. La fame di amicizia. La fame di essere capita per ciò che sono, per la mia mente, per il mio modo d’essere. E questa fame non si sazia mai. Perché ho combattuto e ho vinto il mio demone, ma sono rimasta la ragazzina insicura di trent’anni fa. Che ha paura a stare sola. Che si chiede sempre se si è comportata bene. Che non si piace mai abbastanza. Ho imparato a nascondere, ma a settembre è sempre difficile. Settembre non mente. A settembre, più che mai, sono solo e soltanto la piccola Cri.