Si ricomincia. Cartelle pronte, un quintale l’una, che dobbiamo riportare la nostra vita sotto i banchi e un certo peso tutto questo ce l’ha. Siamo rodati ormai, elementari in dirittura d’arrivo, e oggi tutti diremo che sembra ieri che salivano la scalinata per la prima volta. Adesso sono alti come me, che non è un gran traguardo in effetti, e con fare spavaldo rivendicano la loro autonomia. Andiamo a scuola da soli, non vorrai mica accompagnarci, non siamo piccoli. E tu, che mamma moderna, impegnata, scevra da lacrime e pateticismi, che avevi aspettato anni di sentire questa frase, bè un po’ ci rimani male. Che a noi mamme il ruolo di autista o di costumista per la palestra ci rompe, ma ci legittima pure. Piccoli gesti, abitudini consolidate, essere mamma per anni è qualcosa di estremamente fisico, faticoso, lavali, vestili, imboccali, prendili in braccio, oltre che naturalmente necessitare di una organizzazione che il governo di una nazione è più semplice. Le mamme lo sanno, hanno in mano l’agenda, reale o mentale, duemila memo per nonni o baby sitter, che senza di loro non ce la possiamo fare. E adesso un po’ questa fisicità mi manca, si vestono e si lavano da soli, mangiano da soli, stanno (bene) da soli, in casa ore e non sai nemmeno se ci sono, a parte quando si menano, ma anche lì in fondo se la risolvono da soli. E tu ti ritrovi promossa, non sei più manovalanza pura, ma ti rimane il compito gestionale, organizzativo, che include ovviamente la tua dolce metà, a cui invece non deve essere richiesto di programmare, sia mai, ma di eseguire, a preciso comando. Che se non specifichi ti chiama mille volte. Questione di ruoli, dicono. L’ennesima fregatura, dico. Che a me sta storia che l’uomo pensa al massimo una cosa per volta e noi invece siamo multitasking mi sa tanto dell’ennesimo regalo di Eva, che infatti pensando troppo ci ha rovinato in partenza. Ma così è signore, quindi…pronte, via! Buon anno scolastico a tutte le mamme sclero come me!