Richiesta di amicizia di un essere di sesso maschile su Facebook. Ora, io capisco che non sia onesto mettere una foto di Brad Pitt se non siete degli adoni, ma l’immagine di Dart Fener o di un animale esotico anche no. Che neanche mio figlio di 12 anni la metterebbe. Non do l’amicizia a chi almeno non conosco di vista, figurati se la do a Dart Fener o a qualche altro supereroe. Comunque. Mettiamo che l’accetti. Ecco in quel momento nasce l’innamoramento virtuale, durata una settimana circa. Per sette giorni il soggetto in esame mette mi piace a qualunque cosa tu posti. Anche al tuo interesse per l’asta di materassi che hai messo solo perché la fa un’amica di tua mamma. E ovviamente faccini, commenti, addirittura cuoricini. Poi se tu non dai seguito, il più delle volte per fortuna l’innamoramento finisce e Dart Fener cambia destinatario. Con enorme sollievo. Se invece la sventurata rispose, ecco qui so’ cazzi. Perché si entra nella penombra della tresca. Davvero il lato oscuro. Che mi piace non si mette più a nulla, si sa mai che qualcuno veda che hai messo mi piace e ti marchi a sangue. Scusate ma se avete amici, mogli, ragazze, che stanno lì a guardare a cosa mi mettete mi piace, qualcosa non quadra. Non é gelosia o curiosità, è perversione. Ma succede, spessissimo. E allora la principessa Leila saluta e scende dalla Millennium Falcon. Che il mondo è pieno di uomini e l’ipocrisia é da fuggire più della peste. Meglio uno che la batte al bancone del bar, evitando si spera frasi del tipo mi piace parlare con te perché sei intelligente, quando invece è chiaro che ha attaccato bottone per le tette o il lato b. Fatto che diciamo ci lusinga pure dato che spendiamo ore in palestra, davanti allo specchio, in trucco e parrucca non certo per mettere in mostra il nostro cervello. Onestà ragazzi per favore, chiari, diretti, semplici. Che delle palle e di chi si nasconde dietro la maschera di Dart Fener non se ne può davvero più.
Facebook, tweeter e simili sono solo divertimenti per imberbi e immaturi politici da strapazzo.