Ho conosciuto un uomo tanto anni fa. Aveva mani bellissime, affusolate, sottili, che muoveva mentre parlava con discrezione. Ogni volta che penso a lui mi vengono in mente le sue mani. Sarà perché con quelle sapeva disegnare, gioielli, paesaggi, ma soprattutto cavalli. Tracciava sul foglio con sicurezza questi splendidi animali, eleganti e potenti. Eleganti come lui, che aveva la rara dote di esserci senza apparire, di parlare senza urlare, di fare senza commentare. Usava le sue mani per intagliare il legno e se gli chiedevi spiegazioni ti raccontava storie e avventure con il sorriso sulle labbra. Sorrideva, sì sorrideva tanto, e il suo sorriso non era di convenienza o sforzato, era dolce, semplicemente dolce. Una sera d’estate mi aveva insegnato a ballare il valzer, io impacciata nei miei vent’anni rock, lui leggero e sicuro, su quella pista improvvisata in una terrazza di un paesino di montagna. Ho conosciuto un uomo tanti anni fa. E oggi, nel mio personalissimo giorno della memoria, rivivo il cammino percorso insieme e mi sento triste. Allungo la mano in cerca della sua ma la posso solo immaginare, lo chiamo ma l’eco della mia voce è la sola risposta. Eppure sorrido. Abbraccio i miei figli. Perché so che questo lo riempie di gioia. Ho conosciuto un uomo tanti anni fa. Lui, il nostro specialissimo angelo custode.