La aspetti. Lì, seduta sul divano, il telefono appoggiato sul tavolino. Aspetti che quella suoneria rompa il silenzio e che ti porti la sua voce. La aspetti. La sua telefonata. Da quando, baciandoti, ti ha detto ti chiamo presto, appena arrivo a casa. Sono passati tre giorni e nessun suono, nessuna voce, nessun segno. Potresti chiamarlo tu ma non lo fai. Logica illogica femminile. Aspetti e ti rodi, ma non fai nulla. Noi donne vogliamo essere desiderate, cercate, adulate. Vogliamo anche un po’ fare le fighe di legno, diciamolo, attendendo un segno che non arriva e che ci manda in bestia. I giorni passano. Nulla. Il telefono sempre a portata di mano, di notte una controllata, appena sveglie, in pausa, sempre vicino, sempre carico, sempre connesso. Neanche un messaggio, che sarebbe il minimo sindacale, con il T9 che te lo scrive lui. Ciao come stai? Ciao amore, buongiorno, buonasera, un bacio. Neppure una di quelle odiose faccine con il bacino, o peggio due punti parentesi, punto e virgola parentesi, un alfabeto morse che neanche fossimo due spie dei servizi segreti. Che poi lo sappiamo che gli uomini sono stringati nei messaggi. Che noi gli scriveremmo poesie di Alda Merini, frasi ricolme di passione, allegando foto che ci sono costate un pomeriggio di prove e pure il vetro del cellulare caduto tentando un autoscatto in una posizione improponibile. Ecco, tutto questo e la risposta media di un uomo sarebbe uau! Sei fantastica! Ti adoro! Bella! o le emoticons di cui sopra. Nonostante questo quando siamo in attesa va bene tutto. E non arriva nulla. Passano le settimane e pian piano smettiamo di sussultare ad ogni messaggio e di sperare ad ogni telefonata. Quello se l’è data dopo aver ottenuto ciò a cui aspirava. Sto stronzo. Ma pensa te. E arriva un giorno in cui per caso lo incontri entrando in un bar. Tum. Cuore in gola. Gelo. Caldo. Stronzo ma figo, come sempre. Seduti al tavolino, un caffè davanti, silenzio. La sensazione che qualche cosa si sia perso per strada. Perchè l’amore va alimentato e a questo è mancato ossigeno per troppo tempo. Perchè non hai telefonato? . Perchè aspettavo lo facessi tu. Perchè avevo paura. Perchè, non lo so perchè. Orgoglio. Timore. Insicurezza. O più banalmente destino. Sarebbe bastato poco e chissà quanti altri baci ci sarebbero stati, baci, passeggiate, cene, parole, carezze, amore. E invece c’è solo il silenzio di due anime che avrebbero potuto camminare a braccetto e invece si sono solo sfiorate. Consapevoli di aver perso un’occasione. Per una telefonata mancata. Che spreco. In un mondo che chiede amore non abbiate paura a dichiararlo, a telefonare a chi desiderate, a cercare chi volete, ad andare a bussare alla porta di chi vi ha toccato nel profondo. Potrebbe essere una storia importante o solo un’avventura, poco importa. Ciò che conta è che diate a voi stessi e al vostro cuore una possibilità, che non permettiate a logiche illogiche di rendervi aridi e pieni di rimpianti. Quella telefonata fatela, adesso. Quel messaggio mandatelo, adesso. Quel bacio datelo, adesso. Vivete e non attendete. Bandite l’orgoglio stupido e le convenzioni aride. Siate e amate. Adesso.