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40enni

I 40 anni sono un punto di svolta per noi donne. Inutile negarlo. Non so cosa succeda a livello fisico e mentale, ma sono davvero in poche quelle che passano indenni al salto di decennio. Un po’ come succede agli uomini verso i 50, che, si sa, loro arrivano sempre un pochino dopo. E non è neanche un male, se ci pensiamo bene. Ora, le quarantenni e dintorni hanno l’argento vivo addosso. Le vedi, che sono irrequiete, che vogliono uscire, piacere, prendere la propria vita e stravolgerla, sentirsi indipendenti, dare un calcio a convenzioni, moralismi, al non si fa e al non si dice. A maggior ragione se sono diventate mamme intorno ai trenta, per cui hanno passato gli ultimi dieci anni a pulire culetti (sì, diciamo culetti perché dei nostri bimbi anche la cacchina è santa e profumata), a fare pappe, a non dormire la notte, ma non perché impegnate su un cubo in discoteca, a parlare e sparlare di maestre, tate, pediatri. Insomma un decennio a vivere per gli altri. Cercando di essere sempre al top, di non far mancare nulla a nessuno, marito, compagno, figli, genitori, datori di lavoro. È la fase “Santa subito” di noi donne. Chi non ha avuto figli, d’altra parte, ha vissuto prima dei quaranta la rincorsa di una carriera, la voglia di affermarsi, il cercare di essere meglio e ancora meglio per dimostrare di valere. E così via. Ecco, comunque tutte, abbiamo cercato per quattro decenni di dimostrare quanto siamo brave. Agli altri. Per poi magari piangere dal nervoso la sera nel letto prima di dormire. A un certo punto qualcosa scatta dentro. Un fanculo grande come una casa. Un basta con tremila a. E iniziamo a pensare a noi stesse. Solo che siamo donne. E quando scoppiamo siamo un’eruzione esplosiva, senza freni. Non ci ferma più nessuno. Iniziamo a prenderci cura di noi stesse, ma in maniera quasi ossessiva. Passiamo dal look tuta da ginnastica sette giorni su sette al look tigre del ribaltabile anche per andare al supermercato. Proviamo tutte le diete del mondo, da quella del pompelmo a quella Ducan, diventiamo vegane, poi crudiste, poi facciamo digiuno intermittente e identifichiamo come nemico numero uno i carboidrati. Da animali da divano, diventiamo le regine del Fitness, salvo poi spararci dose massicce di Aulin, che la nostra mente è in fibrillazione ma il nostro corpo non capisce più un tubo. Mettiamo in discussione rapporti consolidati, ci beiamo dei complimenti del primo pirla che nota il nostro nuovo taglio, perché noi vogliamo vivere, non vegetare come hanno fatto le nostre mamme. Devo andare avanti? Ci siamo passate tutte, no? Poi, pian piano, il più delle volte la situazione rientra, e prima dei 45 siamo tornate in noi e ci prepariamo alla crisi dei 50 dei nostri uomini, che inizieranno a fare apprezzamenti alle ventenni, a tingersi i capelli, a vestirsi come i tronisti di uomini e donne, peccato che abbiano il fisico di Vito Catozzo. E sia. Invecchiare è dura, ragazze. Cerchiamo almeno di non renderci ridicole e ricordiamoci che 40 restano 40 e non si dimezzano perché ci siamo fatte un po’ di botulino o siamo entrate nei pantaloni che mettevano a vent’anni. Viviamo il presente, intensamente sí, ma senza bruciare tutto troppo velocemente. La vita va assaporata, non trangugiata.

(1) Commento

  1. Giusto… ho ancora 5 anni per rientrare , se hai ragione tu. Per adesso trangugio la vita, esattamente, sono una bulimica di vita, ne ho persa così tanta che ora non voglio più perdermi nulla…

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