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Tempo di qualità

Tempo di qualità. Se ne parlava questa mattina alla Radio in merito alle madri lavoratrici, che trascorrono inevitabilmente molto tempo lontano dai figli. Ora, butto lì qualche osservazione in ordine sparso, come mi vengono, da madre, moglie, mamma.

Prima di tutto, chissà perché si parla sempre di tempo di qualità, scelte di vita, figli che crescono con le tate, riferendosi alle donne. Mi risulta che i figli siano di uomini e donne e che anche gli uomini lavorino, trascorrano giornate intere lontano dai figli, prendano scelte professionali che mettono in secondo piano la famiglia. Ma chissà perché il calcetto del venerdì é sacro, l’uomo lavora per mantenere la famiglia, ovvio che sia fuori casa, mentre la donna deve sentirsi in colpa se va in palestra, se fa carriera, se non è lí ad ogni richiesta dei figli, del coniuge, dei nonni. Se non superiamo questo retaggio culturale, non andiamo da nessuna parte. Date un occhio allo stato sociale in Svezia, poi ne riparliamo.

Secondo. A me sta storia del tempo di qualità non piace. Perché è evidente che ai nostri figli non frega un tubo della qualità o meno. Fosse per loro, dovremmo esserci sempre, ad ogni “mamma, mamma” (un giorno li ho contati, 48…e ho figli adolescenti..), perché siamo il loro riferimento, ma anche perché li abbiamo abituati così, perché è comodo, facile. Quindi ovvio che potessimo portarceli in tasca al lavoro sarebbe il massimo, ma non funziona così. E allora smettiamola di sentirci in colpa e di giustificarci poi con sto “tempo di qualità”. Lavoriamo perché dobbiamo, perché vogliamo, per realizzarci, per creare un futuro migliore. Per un sacco di motivi insomma. Come i nostri uomini. Facciamolo senza dover sempre giustificare, prima di tutto a noi stesse. Se continueremo a sentirci in colpa, lo faremo percepire ai nostri figli, e loro, che sanno essere davvero crudeli, troveranno il modo giusto per rinfacciarcelo una mattina, mentre siamo in ritardo, loro hanno la febbre e noi ci sentiremo le madri più sconsiderate del mondo.

Terzo. Da quando siamo ragazzine, ci vengono presentate scelte out out. La famiglia o la carriera si diceva ai miei tempi. Direi basta così. Vivete come dovete e come volete. Educate i vostri figli alla libertà e all’indipendenza, se no cresceranno bamboccioni incapaci di farsi un piatto di pasta. Date amore senza tempo e siate felici di ciò che fate. Tanto ci sarà sempre qualcuno che criticherà. La ricetta universale non esiste, scrivete la vostra e conditela con il vostro sorriso. Funziona. È garantito.

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