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Dida

“Ma io voglio vedere i miei compagni!”
Questa é stata l’esclamazione dei miei figli ieri sera, alla notizia della didattica a distanza per le superiori. E poi silenzio. Tristezza. Rabbia. E via di chat con i compagni che da lunedì in poi vedranno solo attraverso uno schermo. Ne abbiamo parlato, a lungo, ieri sera. Tra un “forse meglio così, almeno non contagiamo la nonna” e un “ma fino a quando?”, alla rassegnazione finale che è così e punto. Perché capiscono motivazioni e necessità, ma accettare è dura, oggi più che nello scorso febbraio. E io sono triste forse più di loro. Perché l’adolescenza è l’età dei baci, abbracci, feste, compagnie, socialità. Che non vanno d’accordo con il virus, lo so. Ma sono una mamma. E vedere che i miei figli perdono aspetti fondamentali della loro crescita mi mette tristezza. Passerà il virus, ma questi mesi per loro non torneranno più. Sedici anni li hai una volta sola e non ci sono storie. Ma loro sono forti, mi dico, e troveranno un modo per superare tutto questo. Io posso solo sorridergli e stringerli forte, non fargli percepire timore e irritazione, insegnargli la resilienza. Anche se mi girano. Si, io, resilientemente incazzata….

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