Domenica mattina di metà gennaio. Mi alzo alle sette, dopo otto ore di sonno, per cui immaginate il mio sabato sera, divano, tv, schifezze da mangiare di supporto emotivo. Vado in cucina, mentre il resto della casa tace. Prendo farina, lievito, sale, acqua e inizio a preparare l’impasto. L’ennesimo tragico impasto della pizza fatta in casa. Che il rientro in zona rossa noi lo festeggiamo come da tradizione. Nelle buone abitudini della famiglia italiana in tempo di pandemia, c’è almeno la pizza, o la torta, o il pane fatto in casa, perchè il lievito è ormai come il cappone a Natale o le lenticchie a capodanno. Irrinunciabile. Mentre impasto, penso. E pensare fa male. Sempre detto io. Inizio a pensare a cosa facevo il fine settimana prima che sto virus decidesse di andare a comandare. Faccio fatica a ricordarlo. Tante volte me ne stavo in casa a leggere tutto il giorno in pigiama, come faccio ora. Oppure cucinavo tutto il pomeriggio, come faccio ora. O ancora scrivevo, come farò più tardi. Si, in fondo non è che i miei fine settimana fossero all’insegna di serate, sesso, droga e rock’n’roll. Però. Però poi verso sera andavo a fare un ape con gli amici. Magari un giro nel centro di una città vicina, con negozi aperti e un po’ di vita, visto che abito in un piccolo comune, dormiente alla domenica. Mi infilavo anche in un centro commerciale o in un outlet per comperare qualche cosa di carino o prendevo l’auto con la mia famiglia e andavo in montagna o al mare. A respirare aria e vita. Non decidevo mai in anticipo, un po’ come ora, che non posso farlo perché devo aspettare che chi ci governa faccia strega comanda color (sempre odiato quel gioco), ma lo facevo perché ero libera. Ecco. Il mio fine settimana, la mia vita, erano libere. Libere di non fare un tubo se mi andava. Ora non fare un tubo è obbligatorio. E nulla è più odioso di una costrizione. L’impasto della pizza è quasi pronto, intanto si è fatto giorno e il cielo è terso. Chissà che belle le mie montagne. Fa niente. L’importante è stare bene. Bene. Fisicamente ok, di testa insomma. Ma almeno mi mangio la pizza stasera. Oggi, che è la giornata mondiale della pizza. E la pizza, un po’ come il tacco 12, risolve sempre. Buona domenica!